Festeggiata a Favara Maria Ss. della Neve
Mentre continuano a Favara i problemi e non si manca da parte di alcuni più responsabili di pensare al nuovo assetto amministrativo che li dovrebbe affrontare, non è stata trascurata ieri la devozione alla Madonna della Neve, che proprio in questa città ha una delle pochissime Chiese a Lei dedicate in Sicilia. Si tratta della Chiesa parrocchiale chiamata abitualmente S. Vito, che però prima che al martire siciliano, è proprio dedicata alla Madonna con questo titolo.
Infatti oltre ai documenti cartacei conservati nell’archivio della Curia arcivescovile del capoluogo, nel corso dei lavori, alcuni anni fa è venuta alla luce un’antica iscrizione del 1812, ( che è l’anno in cui la Chiesa è stata inaugurata nelle attuali dimensioni), in cui chiaramente si legge : “Ecclesia Ss. Mariae Virginis ad Nives et S. Viti”. Cioè Chiesa dedicata a Maria ss. della Neve ed a S. Vito; quest’ultimo, martire siciliano dell’anno 303, durante l’ultima, terribile persecuzione dell’imperatore Diocleziano. Le persecuzioni finiranno nell’anno 313, con l’editto di Milano emanato dall’imperatore Costantino.
Pur nelle attuali condizioni di pandemia-coronavirus e nel rispetto delle norme attuali finalizzate a contrastare la diffusione del contagio, la data del 5 agosto a Favara anche quest’anno non è passata inosservata. Il Consiglio Pastorale, in maniera sobria è andato all’essenziale, programmando nel tardo pomeriggio, anzitutto la recita del Santo Rosario, con riflessioni su ogni mistero a cura del Gruppo Liturgico e dei Catechisti, ed a seguire la S. Messa, animata dalla Corale parrocchiale con alla pianola Luigi Farini; per concludere poi con l’adorazione del Ss. Sacramento, la celebrazione dei Vespri e la Benedizione Eucaristica. E fuori programma una serata di fraternità, con un buon gruppo di partecipanti, in un caratteristico locale di ristoro del Centro storico, con la gustosa sorpresa finale di una torta-gelato, in cui era raffigurata la sacra immagine della festeggiata.
Naturalmente, in margine a tutto, il pensiero è andato soprattutto ad altri anni, quando per esempio, nell’anno del bicentenario della Chiesa a presiedere la celebrazione eucaristica il 5 agosto è stato l’arcivescovo-metropolita emerito, S. E. Mons. Carmelo Ferraro; oppure, quando nel 2014 la solenne concelebrazione è stata presieduta dall’Abate Ordinario emerito don Benedetto Chianetta osb, con la contemporanea presenza del rev. P. Giuseppe Fanara ofm conv., la cui vocazione per entrambi è maturata proprio in questa parrocchia.
Ogni anno poi festeggiando Maria Ss. della Neve , a Favara non pochi e non solo della Parrocchia S. Vito, colgono l’occasione di prepararsi ancora meglio a festeggiare la sua gloriosa ASSUNZIONE in CIELO
Anche ieri poi è stato ricordato che a Medjugorje la Regina della Pace nel messaggio del 1 agosto 1984 ha rivelato ai veggenti che il 5 Agosto è la data della sua nascita e che in quell’anno avrebbe compiuto 2000 anni. Adesso allora , in questo 5 agosto 2020 gli anni sono diventati 2036.
Quindi il 5 agosto ! Anche se la Chiesa festeggia da tempo la nascita di Maria l’8 settembre, il messaggio di Medjugorje, (che continua a registrare sempre maggiori consensi) è una conferma questa di quanto sia cara questa data del 5 agosto alla Madre di Dio.
Il segno della neve storicamente fa riferimento al miracolo sul colle Esquilino a Roma, durante il pontificato (352-366) di Papa Liberio. Quando, secondo la tradizione, un nobile e ricco patrizio romano di nome Giovanni, decise di offrire i suoi beni alla Madonna, per la costruzione di una chiesa a Lei dedicata. Maria Ss. gradì il suo desiderio e gli apparve in sogno, come pure a sua moglie; così entrambi i coniugi si rivolsero al Papa, che – vedi caso – disse di avere aveva fatto lo stesso sogno. Intanto il colle Esquilino si trovò coperto di neve, in piena estate ed il pontefice tracciò il perimetro della chiesa, seguendo la superficie innevata. Tra tutte le Chiese di Roma quel luogo, scelto dalla Madonna, era vicinissimo e lo è ancora alla Chiesa di S. Vito, diventata Parrocchia.
La nuova chiesa allora fu detta “Liberiana” dal nome del pontefice, ma dal popolo fu chiamata anche “ad Nives”, della Neve.
Questa chiesa fu poi abbattuta al tempo di Sisto III (432-440) il quale in ricordo del Concilio di Efeso (431) dove si era solennemente decretata la Maternità Divina di Maria, volle edificare a Roma una basilica più grande.
In quel periodo a Roma nessuna chiesa o basilica raggiungeva la sontuosità del nuovo tempio, né l’imponenza e maestosità. Perciò le fu dato il titolo di Basilica di S. Maria Maggiore, per indicare la sua preminenza su tutte le chiese dedicate alla Madonna.
Diego Acquisto
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