Tra ricordi e qualche interrogativo inquietante, Favara deve trovare il modo di uscire da un contenzioso   mortificante, con un sussulto nuovo e creativo di responsabilità

Una foto del 2013 che mi ritrae tra due Sindaci e che facebook mi ripropone, cogliendomi piacevolmente di sorpresa, ieri  mi ha fatto scrivere subito d’impulso, condividendola per gli amici, la seguente nota introduttiva : “Che ricordi nello scorrere travagliato della storia locale ! una travagliata storia socio-politico-religiosa, che può fornirci qualche piccolo raggio di luce per capire meglio l’attuale difficile momento amministrativo. che sicuramente richiede  –  (per il presente e soprattutto per il prossimo futuro, fra un anno per la scadenza programmata, proprio di questi tempi)  –  un sussulto nuovo e creativo di responsabilità per questa nostra martoriata Favara.   Città che deve trovare tra i suoi cittadini le energie per risolvere positivamente i suoi problemi, con una nuova dose di fiducia e di speranza, anche in rapporto alla fase di post-pandemia-coronavirus, con tutte le incognite del caso”.  Concludendo con  AUGURI  a tutti, proprio in questo senso.

E naturalmente, intanto  il riferimento   preciso era all’attuale situazione davvero aggrovigliata  che Favara sta vivendo in questi giorni. Una situazione che fa restare non pochi  col fiato sospeso, anche per qualche interrogativo inquietante non bene individuabile, a cui naturalmente  non si riesce a dare risposta.

Ma andiamo ai fatti ! il problema sul tappeto è quello del costo dei rifiuti. Una situazione davanti alla quale   una buona parte di cittadini, quando non è indignata,  appare  incredula, – (chissà perché ! ) –  mentre  assiste impotente  a quello che va accadendo.

Accantonando ipotesi – a mio giudizio –  fantasiose, che magari fanno pensare (chissà perché !) al metano ! bisogna concentrarsi  sul problema che  ufficialmente  è  sul tappetto, cioè la TARI, che  per dirla con cruda chiarezza è  “A munnizza”. Perché si dice che la politica-politicante oggi, dopo che nel passato attenzionava l’edilizia  più o meno regolare, con prevalenza di quest’ultima,  e successivamente il problema idrico,  adesso l’attenzione la rivolge sui rifiuti, cioè  “a munnizza” dove più congenialmente riuscirebbe a lucrare. Boh !  difficile seguire certe logiche.

Sul tema sorto a Favara solo in questi giorni, non mancano osservazioni  sui social di alcuni, – (pochi ma qualificati) –  che esprimono in genere  un parere di  condanna per l’operato concreto dell’Amministrazione Comunale, specie su questo settore specifico, ma non solo !

Un settore  questo della TARI per il quale  – ricordiamo – il Movimento 5-Stelle in campagna elettorale, a suo tempo,  nel giugno 2016, proprio su questo   prometteva un particolare impegno, dovendo riparare – si diceva – al disastro dell’Amministrazione in quel momento in carica. E sicuramente una parte della valanga dei consensi ottenuti, oltre al problema-acqua,  era legata proprio a questo!

Che,  invece adesso, in questo momento è  fonte di uno scontro senza precedenti,  per la situazione igienica generale che in questi anni non sembra aver registrato  significativi  miglioramenti. Con l’aggravante di pesare sulla popolazione stremata anche per il coronavirus ,  di qualcosa che complessivamente va finanziariamente ben oltre il  costo precedente, essendo schizzato l’ammontare  generale del servizio raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti in questi 4 anni forse già oltre il milione di euro o poco meno.

Perciò, davanti a questo scenario,  mi pare di vedere  una Favara frastornata che  resta  col fiato sospeso quando manca l’indignazione, anche dopo le spiegazioni  – dobbiamo dire –  “convincenti” della Sindaca dott.sa Anna Alba che   lega tutto  alla notevole lievitazione dei  costi del trasporto e conferimento dell’immondizia; che prima veniva portata  a Siculiana, pagando 90 euro a tonnellata, mentre adesso, dopo la chiusura di questa discarica, per ingiunzione della Regione,   deve essere trasportata molto più lontano con il costo di 220 euro sempre per tonnellata.

Un costo non negoziabile, per cui il Consiglio Comunale – a giudizio – dell’assessore al ramo dott.sa  Maria Laura Maggiore, data la situazione di dissesto,   ha il  “dovere”   di approvare.

Detto in altre parole, cioè i Consiglieri Comunali, per non mancare ad un loro preciso dovere, devono approvare.  In caso contrario si incorre, data la situazione di dissesto in cui si trova il Comune,   nella sanzione della  Magistratura contabile, con le punizioni pecuniarie e politiche previste  – come spiega la dott.sa Maggiore   – dalla normativa  in vigore; cosa – dice la stessa , per maggiore chiarezza,  già avvenuta – “recentemente a Catania”.

La qual cosa  avrebbe dovuto suggerire ai CC di approvare – a nostro giudizio – all’unanimità la delibera; invocando poi le sanzioni per gli assenti ingiustificati e per i contrari. Sarà sicuramente così ! ma al comune cittadino più di un dubbio sorge.

Comunque sia,  il Consiglio Comunale, che pure  forse è ancora in tempo per cambiare parere,   sino ad ora  è di parere opposto.

Ed  ecco la  legittima ipotesi di incolpare non pochi Consiglieri che , “anziché puntare unicamente al bene della  città” , come loro dovere, sarebbero diventati succubi di un pregiudizio pericoloso, che sarebbe quello di avere accolto, più o meno consapevolmente, la logica perversa – come ha scritto un valente giornalista  – di “bocciare,  bocciare, bocciare”.   Bocciare cioè  tutto quello che l’Amministrazione Comunale propone, a prescindere da qualsiasi valutazione.

Insomma, se abbiamo colto e descritto bene la situazione, c’è veramente da restare col fiato sospeso. Non solo !  Sicuramente da parte della maggioranza  dei cittadini, si pensa subito intanto al danno che potrà ricadere soprattutto sulle fasce sociali più deboli.

E questo, magari solo  nelle more,…nelle more, mentre si parla di interventi che potranno arrivare dall’alto, sia dal potere politico, o più sicuramente da quello contabile della suprema Magistratura della Corte dei Conti, a cui pare che tutto dovrebbe subito  andare a finire, con  le previste sanzioni.

A questo punto,  a parte  certa logica non condivisibile, soprattutto a Favara,  viene pure da chiedersi perché  prima che sia interessata la Magistratura, si scarta ogni altra possibile soluzione come ad esempio un PIANO B.

Sì, un Piano B,  di cui  qualcuno ha detto e scritto qualcosa, comunicandolo all’Amministrazione Comunale.

Un piano B per recuperare il debito di 220.000 euro per il 2019, senza gravare sui cittadini incolpevoli,  come necessario – si dice –  ci dovrebbe essere.  E  se non ci fosse dovrebbe subito essere approntato dall’A.C.

E  chi  propone  questo,  non è sicuramente a Favara  l’ultimo arrivato.

Intanto,  a monte di tutta la diatriba, e del contenzioso tra Consiglio ed A.C.   di carattere giuridico-politico-amministrativo-contabile,  le fasce deboli, compresi i precari del Comune  che da tempo aspettano la stabilizzazione,  cosa devono fare ?

La  città non può che restare col fiato sospeso.

E viene da osservare che  le  energie come le intelligenze non mancano.

Cosa   manca  allora  ?    Un interrogativo questo davvero inquietante.

Diego Acquisto

 

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