Indicazioni pastorali sulla Pasqua, in questo tempo di coronavirus, da parte del Vaticano
Sulla data della celebrazione della Pasqua è intervenuto il Vaticano, sicuramente anche in seguito alle discussioni dei giorni scorsi per la particolare situazione che in Italia, in Europa e non solo si sta vivendo a causa del devastante contagio del coronavirus.
Come è noto la Pasqua cristiana non ha una data fissa, perché essendo legata al calendario lunare – come al tempo di Gesù (e come ancora continuano a celebrarla gli Ebrei che però per loro commemora una cosa completamente diversa!) – viene ogni anno fissata alla domenica successiva alla prima luna-piena di primavera, in un arco di tempo che può andare dal 22 marzo al 25 aprile.
In questo 2020, la Pasqua è il 12 aprile, giorno in cui i cristiani ricordano l’evento storico della risurrezione di Gesù di Nazareth, che in un anno che oscilla secondo i calcoli storici dal 31 al 36, il giorno di venerdì del 14 di Nisan, – primo mese dell’anno per gli ebrei – era stato crocifisso e quindi era morto in Croce.
Premesso quanto sopra, data l’attuale situazione delle Chiese chiuse per il pericolo del contagio coronavirus, erano state avanzate alcune ipotesi da parte di esperti autorevoli, anche di Agrigento, che invitavano a considerare la possibilità di un posticipo, quando, terminata l’emergenza coronavirus, ci sarebbe stata la possibilità di celebrare la Messa pasquale con il popolo.
Ipotesi che, per nobili motivazioni pastorali, facilmente comprensibili, avevano anche suscitato una vivace ed approfondita discussione, che aveva toccato altri temi sicuramente di grande valenza liturgica, pastorale e teologica.
Ma ad evitare ogni confusione anche in una materia così delicata, oltre a quella che purtroppo sembra dilagare in Italia in questi giorni, ecco che la Congregazione vaticana per il culto divino, con un decreto che porta la firma del Prefetto Cardinale Robert Sarah (nella foto in alto), del 19 marzo 2020, solennità di San Giuseppe, pubblicato ieri, stabilisce che la data della Pasqua, quest’anno il 12 aprile, non cambia.
Nel testo infatti si tiene innanzitutto a precisare che la data della Pasqua, “cuore dell’anno liturgico”, “non può essere trasferita”.
Non solo ! Si danno tante altre indicazioni alla Conferenze episcopali, che a loro volta relativamente ai vari paesi le moduleranno circa la celebrazione di riti e particolari “espressioni della pietà popolare”, della Settimana Santa e del Triduo Sacro, suggerendo, a titolo indicativo, anche che alcuni momenti si potranno fissare “in altri giorni convenienti, ad esempio il 14 e 15 settembre”, giorni in cui ogni anno il calendario segna rispettivamente la festa dell’Esaltazione della Croce e della Madonna Addolorata.
Ne abbiamo voluto dare notizia ai nostri lettori, avvertendone anche il dovere, dopo che avevamo presentato l’interessante dibattito, di livello pastoralmente elevato, che c’era incorso ed a cui la nostra diocesi partecipava con osservazioni di valore, come la mancanza di popolo.
E proprio sulla partecipazione del popolo ha voluto soffermarsi in una conversazione il presidente della CEI card. Gualtiero Bassetti che, rivolgendosi ai sacerdoti ha detto:
“So bene quanto possa essere doloroso celebrare l’Eucarestia senza il popolo, ma voi ogni giorno mettete idealmente sull’altare le sofferenze e le speranze di tutti. Nessuno rimane escluso dalla vostra preghiera di intercessione. In certo modo, non avendo davanti agli occhi le persone di ogni giorno e di ogni domenica, avete allargato ancora di più il vostro cuore per sentirvi pienamente in comunione con tutti”.
E per concludere, diciamo pure che dopo che la CEI darà altre indicazioni, ogni Vescovo nella sua diocesi, farà gli opportuni adattamenti.
Ed ecco perché il Vicario Generale Mons. Melchiorre Vutera (nella foto), si è premurato in queste ore a comunicare che dopo il Decreto che il Prefetto della Sacra Congregazione ha inviato alla Chiesa universale, adesso bisogna aspettare le indicazioni della CEI, a cui seguiranno quelle particolari per la nostra diocesi del nostro Arcivescovo don Franco, per eventuali concrete modalità da seguire, relativamente a particolari “espressioni della pietà popolare”, nei 43 Comuni della nostra vasta arcidiocesi .
Diego Acquisto
21-3-2020
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