Favara- A causa del coronavirus celebrate le prime esequie senza Messa
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Celebrate oggi a Favara le prime esequie senza Messa per la defunta Lo Bue Carmela vedova Sciumé Gaetano–Fissata nella tarda serata di sabato 7 marzo u.s. per la mattina di oggi lunedì 9 marzo alle ore 10,30 nella Chiesa di S. Vito, la cerimonia è stata annullata in esecuzione del Decreto del Governo recepito anche dalla CEI, così come tempestivamente comunicato dal nostro arcivescovo-metropolita card. don Franco Montenegro.
Il Quale ha diramato la notizia con queste parole: “tenuto conto delle decisioni della Conferenza Episcopale Italiana in rispetto del DPCM dell’8 marzo 2020, si stabilisce che dalla sera di domenica 8 marzo 2020 e fino al 3 aprile 2020 sono sospese le celebrazioni delle Sante Messe quotidiane comprese quelle funebri e nuziali”.
Così le esequie anziché in Chiesa, hanno avuto due momenti di preghiera, uno davanti alla casa della defunta, prima del mesto pellegrinaggio verso il cimitero, ed un altro nella Casa mortuaria dello stesso, prima della sepoltura.
La defunta di cui parliamo è la Signora Lo Bue Sciumé Carmela che ha concluso la sua vita sulla terra alla rispettabile età di 94 anni compiuti lo scorso 25 settembre. Mamma di sei figli, tra i quali al primo parto, con il marito assente per la guerra, una bambina morta in tenera età (quando nei primi anni ’40 del secolo scorso la mortalità infantile rasentava il 50%), ed un altro, il maggiore dei figli, Lillo all’età di 73 anni, scomparso appena qualche giorno prima.
Ed al momento del suo ultimo respiro, la Signora Carmela aveva attorno, vicini al suo capezzale, tutti gli altri quattro figli, che, tra l’altro, erano di ritorno dalle esequie del fratello maggiore Lillo, unitamente ad una rappresentanza dei 12 nipoti.
Un intreccio misterioso di eventi sino all’ultimo, nella vita della defunta, considerata anche l’entrata in vigore del decreto di cui sopra per il problema–coronavirus, proprio la viglia del suo funerale.
Intrecci misteriosi, la morte di Lillo, secondogenito ma suo primo figlio maschio, proprio qualche giorno prima , … come il decreto sui funerali, che comunque sia l’uno che l’altro evento non sono stati gli unici, in diverso modo misteriosi, della sua lunga e travagliata esistenza, vissuta sempre con fede e fortezza cristiana in ogni occasione.
La Signora Carmela Lo Bue, “’a zia Mela”, “mamma Mela”, “nonna Mela” – come veniva affettuosamente a secondo l’occasione chiamata – una donna d’altri tempi – (come si suole dire oggi !) – con un vissuto davvero difficile e travagliato, a partire dalla nascita, quando appena qualche mese dopo, era rimasta orfana del padre Carmelo, morto all’età di 33 anni.
Una donna di un più nobile travagliato passato ! Sì, perché “Mela è stata fanciulla, adolescente, moglie, mamma, nonna e bisnonna”.
Da piccola, orfana, deve trascorrere la sua infanzia con un fratellino poco più grande e con la madre, che comunque perde pure mentre è adolescente, rimanendo quindi orfana di entrambi i genitori, e vivendo con la nonna, nota a tutti come “a mamma Rò”.
Particolari tutti questi, ricordati nella casa mortuaria, davanti alla bara, dal figlio Carmelo, stimatissimo professionista, direttore dell’U.O.ChrurgiaGenerale-ASP-Agrigento,primario-chirurgo dell’Ospedale S. Giovanni di Dio del capoluogo.
E la defunta mamma Carmela che giovanissima si era innamorata-ricambiata del giovane suo coetaneo Gaetano Sciumé, anche lui orfano di padre prematuramente scomparso, al suo secondo-genito dei maschi, aveva voluto mettere il nome di Carmelo, nome di suo padre. E quelli vissuti con il suo Gaetano, nell’impegno comune a portare avanti i pesi e le responsabilità di una numerosa famiglia sono stati ben 60 anni, quando “Tano va in cielo a 92 anni, mentre lei “Mela” ne ha 80, a continuare la vita sulla terra, circondata dall’affetto dei figli, nipoti e pronipoti sino all’età di 94 anni e cinque mesi.
Ripeto… tutti particolari questi già riferiti, come quelli che seguiranno, che sono stati raccontati dal figlio terzogenito, secondo dei maschi, prof. Carmelo, con palpabile emozione ed intenso affetto, al punto che ad un certo punto ha dovuto cedere ad altri la lettura; il secondogenito era stato Lillo, a cui era seguita un’altra feminuccia chiamata come la prima defunta, ancora ANGELINA, in atto sposata con Giuseppe Licata, entrambi docenti in pensione e titolari di un rinomato laboratorio di analisi.
Alla sequela dei figli, dopo Carmelo, nasce nel 63 Francesca e “dulcis in fundo” nel 1967, quando la “grande mamma” che ha già 42 anni, dà alla luce nel giorno di capodanno del 1967 l’ultimo figlio, Antonio.
Figli tutti laureati in mezzo a tanti sacrifici che non è difficile immaginare .
Proprio tanti i sacrifici dei genitori in un periodo particolare di trapasso da una dittatura che ci ha procurato come – nel suo ricordo ha più volte opportunamente voluto sottolineare il figlio prof. Carmelo – “una guerra tanto scellerata quanto nefasta”,… all’attuale sistema democratico-repubblicano, che pur con tutte le sue falle, ci ha comunque sino ad ora assicurato dal 1945 ad oggi, 75 anni di pace.
In questi tempi difficili, mamma Carmela, una donna forte all’antica e papà Gaetano, “un contadino dai sani principi etici di famiglia e lavoro” hanno portato dignitosamente avanti, con l’aiuto di Dio, la loro famiglia. Genitori laboriosi che, con reciproca fedeltà ed amore, hanno consentito, ognuno per la sua parte e nello specifico ruolo di mamma e di papà, a tutti i figli di potere valorizzare appieno i loro talenti.
Diego Acquisto
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