Favara-Si avvia alla conclusione il turno delle Quarantore, mentre continuano le giuste osservazioni per le condizioni negative che vive la comunità
Osservazioni sulla vita e sulle condizioni che si vivono a Favara…in periodo di Quarantore- Una città che non da ora, ma soprattutto al momento, registra situazioni contraddittorie, magari – come viene da osservare – da parte di frange minoritarie che si accaparrano, magari monopolizzandole, le pagine di cronaca quotidiana, mentre masse silenziose di gente porta il peso di tutto, gemendo, pregando e soffrendo, con i propri familiari forzatamente lontani per motivi di lavoro.
Fuori da ogni equivoco mi riferisco alle migliaia di persone che in queste settimane affollano per le Quarantore le nostre Chiese, in silenzio, nella preghiera, chiedendo la conversione delle menti e dei cuori per il bene spirituale e materiale, della propria persona, della propria famiglia, di questa tormentata città che è Favara.
Dove, però – da parte di una ristretta fascia che pare decisamente refrattaria, anche perché sicuramente ha meno frequenza e dimestichezza (e non solo forse dal punto di vista di presenza fisica !) con gli eventi di spiritualità ed ecclesiali – abbondano le prevaricazioni, le promesse illusorie e quindi le polemiche, per la soluzione delle quali ultime, magari basterebbe anche solo un po’ di vero coraggio a sapere fare subito marcia indietro per evitare altri disastri.
Tranne che anche questo, come malevolmente si può essere costretti a pensare, tutto non sia finalizzato a distrarre l’attenzione dai veri problemi di cui non si ha voglia di parlare! e tanto meno di giocarsi le proprie capacità nel ruolo che si occupa.
Mentre comunque “Con grande orgoglio” si comunica che: “Il bilancio stabilmente riequilibrato è stato approvato”.
Senz’altro questa una buona notizia da tempo attesa e per questo, al limite, giustificato anche “l’orgoglio”, che però contestualmente fa restare col fiato sospeso per sapere su chi soprattutto peseranno i sacrifici di cui si fa solo cenno, ricordando che già da un decennio si parla della necessità di fare “pagare tutti per pagare meno”.
Uno slogan questo utilizzato per avere consenso in una dalle ultime campagne elettorali-amministrative, ma su cui pare che si sia fatto poco, se non proprio nulla!
Con la conclusione poi del dissesto … in aggiunta al quale ancora c’è chi parla di un nuovo dissesto relativo a questi ultimi due anni…
Ed i sacrifici adesso su chi peseranno ?…. sulla solita ristretta fascia di contribuenti…già stremata ? ….. Già da tempo si parla di una notevole, anzi notevolissima fascia di evasione in questa Favara e per questo lo slogan che abbiamo riferito !
Anche questa, un’amara e forse anche inopportuna, inusuale e pungente osservazione che viene subito alla mente leggendo la conclusione di una documentata e dettagliata lettera aperta a chi ha la massima responsabilità di guida della città da parte di un nome da tempo abbastanza noto a Favara come lo storico Filippo Sciara che a scanso di equivoci, conclude le sue osservazioni tenendo a precisare con il plurale maiestatico che “da molti anni facciamo parte dell’Officina di Studi Medievali di Palermo, che è una delle società storiche più accreditate d’Italia e del Direttivo della Società Nissena di Storia Patria che, tra quelle presenti oggi in Sicilia, rappresenta una delle più attive”.
E ciò, solo per chiedere senza possibilità alcuna di fraintendimento che, dopo le macroscopiche sviste anche di carattere puramente storico e temporale sul tema della toponomastica, “Alla luce di quanto sopraesposto invitiamo la sindaca di Favara, Anna Alba, a ritirare la delibera n. 16 del 6 febbraio, c. m., perché frutto di mediocrità culturale, offensiva per tutta la comunità”.
Si resta col fiato sospeso con l’auspicio che prevalga la saggezza, unitamente a quel coraggio di sapere riprendere, puntando unicamente al bene comune, il bandolo di una situazione ingarbugliata come non mai, con forze ed energie che in città non mancano e con uno sforzo eccezionale di responsabilità.
Pensando (perché no ?) al detto di Qualcuno che “la verità rende liberi”.
Diego Acquisto
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