A margine di un pellegrinaggio a Lourdes segnato dalla presenza di un martire della fede.
Il “martire” è il Card. Ernest Simoni, mentre il pellegrinaggio nazionale è quello che si è svolto dal 24 al 28 settembre u.s. e quindi appena concluso. L’ultimo pellegrinaggio di quest’anno in aereo, organizzato dall’UNITALSI (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali).
Lourdes ancora a poco più di 160 anni dalle apparizioni della Madonna ad un’umile fanciulla nella famosa Grotta di Massabielle, continua ad essere ogni giorno meta per migliaia di pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo. Tutti col desiderio di sostare davanti a quella Grotta, dove c’è un via vai continuo in ogni ora del giorno sino a tarda notte. Un fiume silenzioso di gente che prega e sospira.
Ed i pellegrinaggi iniziano nelle prime ore del mattino, dopo l’apertura del grande cancello d’ingresso alle ore 5,00.
Il tema di riflessione del pellegrinaggio di quest’anno, “Beati i poveri di spirito“! un invito a vivere l’esperienza di Maria, l’umile fanciulla di Nazareth, che nella sua povertà ha accolto la Parola che Dio le ha affidato per mezzo dell’arcangelo Gabriele. E Maria questo messaggio lo ha consegnato alla sua Marie-Bernarde Soubirous detta Bernadette ( Lourdes, 7 gennaio1844 – Nevers, 16 aprile1879).
Un’umile e povera fanciulla di Lourdes, con una fede semplice ed essenziale, di cui la Madonna ha voluto servirsi per fare arrivare un messaggio di salvezza al mondo intero; un messaggio confermato poi ancora, a poco più di mezzo secolo di distanza a Fatima, dove ha scelto tre poveri pastorelli, Lucia, Giacinta e Francesco.
E anche così, da Lourdes come da Fatima, continua il mistero della redenzione e salvezza, lasciando ad ognuno la libertà e la responsabilità di dire il proprio sì.
A vivere l’esperienza di Lourdes, con tutto il carico di emozioni ed esperienze concrete, si tocca quasi con mano che questo è davvero uno dei luoghi privilegiati da dove avviare la costruzione di un’umanità nuova … un’umanità diversa, più attenta a sapere trovare il bene in chiunque e ovunque, e con serenità aprirsi ad una nuova forma d’intesa, di amicizia e di fraternità.
Il pellegrinaggio dell’Italia meridionale ed insulare ha visto la presenza di oltre 5.000 fedeli provenienti dalle varie diocesi, con la presenza di oltre 300 partecipanti delle varie diocesi della Sicilia, tra cui undici agrigentini, provenienti da Canicattì, Favara, Agrigento e Sambuca.
E precisato nelle grandi linee tutto questo, dobbiamo subito aggiungere che il valore aggiunto a tutto il pellegrinaggio con i vari stati di emozioni e sentimenti specie nei momenti celebrativi di più larga partecipazione comunitaria, come la processione “aux flambeaux”, è stata la presenza del Cardinale albanese ultra novantenne Ernest Simoni (nella foto). Il Quale, al di là delle semplici parole che ha detto, ha fatto riflettere tutti per la testimonianza della sua vita; vita di cui Lui non ha fatto quasi cenno, limitandosi solo a far sapere che i suoi compagni di prigionia sono ancora tutti in vita, ed invitando pressantemente ad amare Gesù unico salvatore e la sua dolce Mamma Maria.
Ricordiamo che Ernest Simoni è nato in Albania a Troshan il 18 ottobre 1928. A 10 anni entrò nel collegio francescano del suo paese natale dove rimase fino al 1948, quando il regime comunista di Hoxha chiuse il convento ed espulse i novizi.
Dal 1953 al 1955 fu impegnato nel servizio militare obbligatorio, al termine del quale riprese e portò a termine clandestinamente gli studi teologici, ricevendo l’ordinazione sacerdotale il 7 aprile 1956.
Il 24 dicembre 1963, dopo la celebrazione della Messa di Natale, fu arrestato dalle autorità comuniste, con l’accusa di aver celebrato Messe a suffragio del presidente americano John Fitzgerald Kennedy, che era stato assassinato.
Incarcerato e torturato, venne condannato a morte, ma la pena fu successivamente commutata in 25 anni di prigionia e lavori forzati. Durante gli anni del carcere fu per i compagni di prigionia come un padre spirituale.
Una nuova condanna a morte venne emessa nei suoi confronti nel 1973, con l’accusa di aver istigato una sommossa, ma la testimonianza a favore di uno dei suoi carcerieri fece sì che, ancora una volta, la condanna non venisse eseguita.
Dopo 18 anni di lavori forzati, nel 1981 venne liberato, pur continuando ad essere considerato “nemico del popolo” dalle autorità del regime. Anche dopo la liberazione dalla prigionia fu comunque costretto a lavorare nelle fogne di Scutari. Durante tutto questo periodo continuò ad esercitare clandestinamente il ministero sacerdotale fino alla caduta del regime comunista nel 1990.
Nell’Albania post-comunista ha esercitato il ministero di sacerdote in diversi villaggi, portando la sua testimonianza di sacerdote cattolico perseguitato e sopravvissuto al regime.
Papa Francesco informato della sua storia, ha voluto incontrarlo personalmente nel suo viaggio apostolico in Albania e il 9 ottobre 2016 ha annunciato la sua nomina a cardinale, nel concistoro del 19 novembre 2016. Lo ha creato cardinale diacono della diaconia di Santa Maria della Scala. Attualmente vive a Firenze, prestando servizio sacerdotale alle varie Comunità albanesi della diocesi.
Prossimamente, il 18 ottobre compirà 91 anni.
Diego Acquisto
30-9-2019
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