Nell’attuale “miserevole scenario politico”, in Italia urge il bisogno di una presenza cattolica
Chiesa e politica: fermento nel mondo ecclesiale.
“Da Moro a Moro… and more”
La Chiesa non sta solo a guardare, ma segue con trepida e vigile attenzione quello che sul piano politico avviene nel mondo ed in Italia. Frequenti sono gli appelli di Papa Francesco alla Comunità internazionale per un’intesa concreta sul modo come venire incontro al drammatico problema epocale dell’immigrazione, con migliaia di persone che lasciano la loro terra per sfuggire a guerre e persecuzioni.
Sul piano interno dell’Italia conosciamo bene l’operato della CEI con la guida del cardinale Gualtiero Bassetti, che oltre a riproporre nel centenario l’Appello di don Luigi Sturzo “A tutti gli uomini liberi e forti”, non si stanca di ricordare che anche in questo nostro tempo, come allora di grande rivolgimento, tale messaggio è fonte ancora d’ispirazione per una spinta propulsiva di nuovo impegno commisurato ai problemi di oggi.
Per questo chiede ai movimenti ed associazioni di ispirazione cristiana ed ai laici che vi militano, di lavorare sulla “grammatica dell’umano”, e di tradurla in “grammatica sociale e quindi politica”.
Insomma il porporato, a nome di tutti i vescovi italiani, auspica subito un risveglio di presenza cattolica nel sociale e poi in politica, di cui – personalmente dice – in questo momento, nell’attuale “miserevole scenario politico”, in Italia si avverte davvero il bisogno.
In questo contesto apprendiamo con piacere di una iniziativa della diocesi di Roma, dove si è appena conclusa a Frascati la prima edizione della “Summer School di formazione socio-politica”, con incontri frontali, dibattiti e tavoli di approfondimento.
Un’esperienza a cui hanno partecipato un centinaio di giovani dai 19 ai 30 anni, su un tema eticamente e culturalmente significativo, cioè “da Moro e Moro… and more”, cioè “ed altro ancora”.
Ed il riferimento – come si vede – è stato anzitutto a due grandi uomini politici con lo stesso cognome di Moro, cioè Tommaso ed Aldo, vissuti in epoche e tempi assai diversi, ma animati dagli stessi ideali di libertà, giustizia e solidarietà. Valori che sono propri del Vangelo e da cui i credenti traggono la forza per il loro impegno e la loro testimonianza, se necessario sino al martirio, come per entrambe le due personalità è storicamente avvenuto.
Ricordiamo che Tommaso Moro(1478-1535), Gran Cancelliere e Segretario di Enrico VIII, rifiutandosi di accettare l’Atto di Supremazia del re sulla Chiesa in Inghilterra, e non accettando quindi la sua concezione teocratica, subì la pena capitale con l’accusa di tradimento. La Chiesa Cattolica lo venera come santo e nel 2000 papa Giovanni Paolo II lo proclamò patrono dei governanti e dei politici cattolici.
Di Aldo Moro (1916-1978), uomo di grande levatura morale e politica, segretario e presidente del consiglio nazionale della Democrazia Cristiana, Partito del quale è stato pure uno dei fondatori, sappiamo bene quello che è successo, con il suo violento rapimento, la sua prigionia e quindi il suo assassinio da parte delle brigate rosse.
Durante la Summer School molto interessante è risultata la riflessione del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, che al secondo giorno dell’incontro, ha parlato dell’identità cristiana, che nel processo dell’unificazione europea ha avuto – ha detto – “un ruolo fondamentale”. Ragion per cui oggi bisogna lavorare per un rilancio dell’UE secondo lo spirito originario, recuperando anzitutto il primato della politica che oggi appare succube ed appiattita sull’economia.
Non solo ! ha parlato del cambiamento semantico della parola “diritti”, per cui molti di quelli nuovi non fanno più riferimento ai diritti naturali, generando così lacerazioni e contraddizioni, in nome di “una laicità sconfitta dalla storia”.
Naturalmente durante i tre intensi giorni si è parlato anche d’altro, come istituzioni, democrazia, cultura, immigrazione, famiglia, educazione, giustizia, ambiente, ecc…
La cronaca riferisce che ai lavori, tra altri, sono intervenuti alcuni politici come Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio, Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, e Antonio Tajani, ex presidente del Parlamento europeo.
Il pensiero evidentemente non poteva non andare agli anni del dopoguerra e della Costituente, quando da parte di tutti i filoni culturali e politici c’è stata la capacità di lavorare assieme, concordando sui grandi valori dell’uomo per la ricostruzione del Paese-Italia, che a larghissima maggioranza ha visto approvata la Carta Costituzionale, giudicata tra le migliori del mondo.
Diego Acquisto
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