Sant’Antonio, il Santo dei miracoli e dell’impegno nel sociale
- Assai turbolento e problematico per l’Europa il periodo tra il 1190 ed il 1231 in cui è vissuto, nascendo a Lisbona in Portogallo, Fernando di Martino de’ Buglioni, prima frate agostiniano e poi frate francescano, cambiando anche nome e scegliendo di chiamarsi Antonio, affascinato dal messaggio del poverello d’Assisi, Francesco di Pietro di Bernardone, vissuto tra il 1182 ed il 1226. Francesco e S. Antonio, due Santi contemporanei, con alle spalle un tessuto sociale diverso, Portogallo ed Italia, ma comunque accomunato dalle stesse turbolenze che attraversavano l’Europa, per i profondi cambiamenti sociali, culturali, storici che erano in corso ed ai quali si aggiungevano pure anche quelli di carattere religioso, economico e politico.
Entrambi provenienti da famiglie benestanti, hanno avuto il coraggio del distacco dai beni terreni, per scegliere e vivere la logica delle beatitudini evangeliche, incarnandosi nei problemi sociali del loro tempo e scuotendo profondamente, in maniera decisiva e proficua, le coscienze.
Fra Antonio, già prete agostiniano, dopo essere stato costretto per motivi di salute a rinunziare al sogno di testimoniare la fede tra gli infedeli e magari ricevere la grazia del martirio in Marocco, dove nel 1220 si era recato, dovette imbarcarsi su una nave diretta in Italia e a causa di una tempesta fu costretto a fermarsi in Sicilia, a Messina, per alcuni mesi.
La permanenza di S. Antonio in Sicilia, spiega la particolare, grande popolarità e devozione di questo Santo nella nostra isola, a partire da allora.
Nel 1221 si incontrò con Francesco ad Assisi, il giullare di Dio, in occasione del primo Capitolo Generale, il cosiddetto “Capitolo delle Stuoie“.
Predicatore instancabile del Vangelo, Fra Antonio esercitò il suo ministero nell’Italia del nord e nella Francia meridionale. Combatté le eresie, con un messaggio forte e convincente, che comunque tendeva sempre al rispetto delle convinzioni personali.
“Santo dei miracoli” perché proprio tanti i miracoli con cui Dio accompagnava la sua predicazione. Uno fra tanti, il famoso miracolo della mula: un eretico, un tale Bovillo, non credendo nella presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, lanciò a S. Antonio una singolare sfida: una mula, lasciata a digiuno per tre giorni, nonostante fosse affamata, si inginocchiò davanti all’Ostensorio recato da Antonio, ignorando del tutto il fieno che il padrone le porgeva da vicino.
Il titolo di intercessore, riconosciuto dalla pietà popolare, fa di S. Antonio anche “l’amico degli oppressi”; un titolo che non è fittizio. Perché il suo impegno molto concreto, portò alla soluzione di uno dei problemi più gravi del suo tempo, come la promulgazione a Padova della legge contro la prigione riservata ai debitori, quasi sempre i più poveri. Non solo! famose anche le sue infuocate prediche contro l’usura, il problema più scottante del suo tempo.
“Apostolo di pace e protettore della famiglia” potrebbe essere un altro titolo di questo grande santo, che alcune città, come Favara, hanno scelto come protettore; anche questo evidenziato da diversi miracoli che Dio ha compito per suo mezzo. I biografi infatti narrano che a Ferrara un uomo, estremamente geloso della moglie, la accusava ingiustamente che il bambino da lei partorito fosse in realtà figlio di un altro uomo. Sant’Antonio, saputa la cosa, andò in casa della povera donna, innocente, prese il neonato tra le braccia e avendogli ingiunto di mostrare chi fosse il suo vero padre si sentì rispondere dal bambino a voce aperta e chiara che era proprio il suo papà, scagionando così la mamma dall’accusa ingiusta.
Con l’impegno profuso nella società del suo tempo, S. Antonio sprona tutti a vincere ogni forma di pigrizia e di rassegnazione. Ricorda a tutti che l’impegno per la Città terrena, una delle condizioni necessarie per il premio della Città celeste.
Infine, non è forse fuor di luogo di ricordarci, quello che dicevano i Vescovi, qualche anno fa, soprattutto ai cristiani impegnati in politica: “Se in passato non abbiamo fatto abbastanza, non è perché siamo cristiani, ma perché cristiani lo siamo stati abbastanza poco“.
Diego Acquisto
Comments are closed.