Edit. di Raio RF101-lunedì 27 maggio 2019-Mese di Maggio,Laicità e rispetto delle diverse fedi

Siamo negli ultimi giorni di questo mese di maggio, durante il quale nella devozione cristiana, nei paesi cattolicie comunque a maggioranza cristiana i fedeli hanno invocato e pregato la Madonna…., questo mese è  alla fanciulla di Nazareth prescelta da Dio per la divina maternità…da Lei per opera dello Spirito Santo ha preso carne umana 2020 anni fa  Gesù di Nazareth, figlio di Dio e Dio egli stesso, uomo e Dio ad un tempo. Ed adesso alla fine di questo Mese ci saranno celebrazioni particolari di devozione alla Madonna in tanti  paesi….a Favara, per esempio, dopo che durante tutto il mese c’è stato un continuo pellegrinaggio,  un continuo via vai di persone di ogni età e condizione sociale, alla Chiesetta della Grazia cosiddetta Lontana, a conclusione, come ormai da tanti anni, ci sarà una solenne concelebrazione, con tanta presenza di popolo, nella piazza della Pace. In questo sensofervono i preparativi  curati e coordinati dal giovane, zelate parroco don Calogero Lo Bello …….il cui cognome – vedi caso – richiama proprio alla bellezza ed alla Madre della bellezza che noi siciliani chiamiamo BEDDA MATRI… la Bella Madre che bella per antonomasia è proprio la Madonna.

I Musulmani in questo mese di maggio celebrano il Ramadān …per loro è il nono mesedel calendario islamico che si compone di 12 mesi lunari (29 o 30 giorni ciascuno) per un totale di 354 o 355 giorni, al contrario dei 365 o 366 giorni (se bisestile) dell’anno gregoriano, basato sul ciclo solare. In questo mese i musulmani praticano il digiuno, appunto detto digiuno del mese di Ramadān, (per tutta la durata del mese, 29 o 30 giorni…. si conclude con l’inizio del successivo mese islamico determinato tradizionalmente tramite l’avvistamento della crescenza della nuova luna),  quando  si celebra la festa della rottura del digiuno.

Il Centro islamico culturale d’Italia, ha annunciato con un comunicato ufficiale che il mese di Ramadan, mese sacro di digiuno e penitenza per i musulmani, è iniziato in Italia a partire da lunedì 6 maggio.Per inciso leggiamo pure che in Italia i Musulmani sono circa un milione e mezzo, il 28% del totale degli immigrati nel nostro Paese, oltre ad una minoranza di convertiti italiani.

Detto tutto questo volgiamo riferire, in questa nostra conversazione di un confronto interessante di opinioni che abbiamo riscontrato sul giornale Avvenire tra il direttore Marco Tarquinio e la Presidente del Centro studi islamici Averroé, SouadSbai. Un fruttuoso scambio di opinioni chemi sembra sintetizzato nel titolo: “La buona laicità rispetta ogni fede che ha doveri e diritti nello spazio pubblico”.

Si dice subito che èuna necessità ormai improrogabile che per l’islam,in Italia servono regole certe, accordi trasparenti fra lo Stato e le comunità religiose; serve un censimento limpido delle strutture di culto e dei centri culturali, per evitare, «che gran parte dei momenti di preghiera si tengano in luoghi inidonei,… in luoghi semi-clandestini, provvisori, e quindi anche più difficili da monitorare».Le istituzioni dovrebbero in qualche modo farsi carico, di «regolare le modalità di espressione di un’esigenza umana incomprimibile come quella di praticare insieme e pubblicamente la propria fede religiosa»

Servirebbe anchemolta più attenzione alle persone che si interfacciano con i detenuti di religione islamica, molta più trasparenza e legalità nella scelta di chi può avere accesso alle strutture detentive, un deciso impegno per evitare che esse diventino luoghi di reclutamento per le frange più radicali dell’islam combattente…la cosiddetta radicalizzazione, che spesso avviene proprio in carcere….: si tratta anche questo  di un tema cruciale, su cui è importante concentrarsi.

Il direttore di Avvenire Tarquinio apprezza e stima la Presidente SBAI che“ha coniugato la serena consapevolezza della sua cultura d’origine marocchina con l’adesione alla cittadinanza italiana”, e dice subito di  condividere ed ammirare le sue battaglie per la libertà e la dignità della donna nei contesti culturali a dominante islamica, di accogliere ancora una volta con attenzione e rispetto le sue considerazioni e sulla necessità di organizzare e regolare in modo civile e responsabile luoghi di culto e di aggregazione di cittadini italiani e di stranieri residenti di fede musulmana (o di qualsiasi altra fede) e sull’opportunità di “illuminare” questo stesso segmento di popolazione credente nello speciale mondo del carcere.

 

Fa, però, una precisazione solo lessicale, dato che lei, la SBAI in un passaggio della sua lettera ha usato – forse inavvertitamente –l’aggettivo “arabo” come sinonimo di musulmano. Non è così, precisa Tarquinio,  Arabi sono anche tanti cristiani e non pochi… liberi pensatori!

Riferendosi al titolo di “Avvenire” dice: io stesso ho sintetizzato nel titolo «Giusto spazio alla fede (anche musulmana) » come una richiesta allo Stato laico, non per rendere pubblico, come gentile concessione, qualcosa che tale non dovrebbe essere. La fede è questione profondamente personale, «ma non è mai mero fatto privato». Papa Francesco, fedele a una lunga e feconda tradizione cattolica, lo ricorda con pazienza e chiarezza a noi e a tutti. Così come il suo predecessore, Benedetto XVI, che non si è mai stancato di spiegarci che la fede «è veramente personale però solo se è comunitaria», se dall’«io» si muove al «noi». Senzapretendere ovviamente di applicare questa concezione cristiana a chi cristiano non è,….ma ci sono realtà e libertà nella pratica della fede che ci riguardano tutti, e che possono e devono essere interpretate efficacemente in termini laici. Questa è anche la migliore tradizione civile europea e italiana, formatasi non senza fatica e spesso dolorosamente, ma formatasi. E all’interno della tradizione della buona laicità brilla almeno a livello teorico il “modo italiano” –che non è quello di una laicità esclusiva (purtroppo ancora praticata in Francia dove, si organizza il decoro dei luoghi di culto, ma in determinate situazioni pubbliche si pretende addirittura di oscurare l’identità religiosa della persona), bensì quello di una laicità inclusiva, che cioè considera con rispetto il fatto religioso, assume l’importanza della fede nella vita dei cittadini, garantisce la naturale libertà di credere per qualsiasi fede….sempre con rispetto.

Papa Francesco questa parola, rispetto, l’ha fatta risuonare con forza durante la recente visita in due nazioni plurireligiose come la Bulgaria e la Nord Macedonia. Rispetto, per spingerci ben oltre la pur necessaria tolleranza, sulla strada dell’indispensabile fratellanza. Per fortuna, non ci sono solo i tagliagole sulla scena del mondo, non ci sono solo i sopraffattori, non ci sono solo gli intransigenti ed intolleranti guardiani di regole violente. Ci sono, persone come Papa Francesco, parlano e agiscono da uomini di Dio che amano la pace e la giustizia.

Radioascoltatrici e radioascoltatori, don Diego Acquisto e per la parte tecnica Lillo D’Anna, cordialmente vi salutano e come al solito, unitamente allo staff tecnico e giornalistico di Radio RF 101, vi augurano buona settimana con i programmi della nostra emittente

 

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