Polemiche e discussioni a Favara sulla trasmissione di STRISCIA la Notizia
La nota rubrica televisiva di uno dei canali Mediaset a raggio nazionale, ma non solo, si è interessata di Favara ed ha inviato Rajae – si dice – “a scoprire… un altarino”, che sarebbe quello che potrebbe trovarsi sotto i numerosi e ripetuti atti di vandalismo su statue sacre ed in particolare sulla statua del Cristo. Eventi largamente deplorati e stigmatizzati non solo dalle autorità favaresi, ma anche da larghissime fasce di popolo, amareggiato e dolorosamente sorpreso.
Un servizio quello di STRISCIA che subito dopo essere andato in onda ha suscitato e va ancora suscitando una lunga serie di commenti sui social, per il taglio generale che è stato dato all’insieme, collegando abilmente passaggi particolari tratti dalle varie dichiarazioni delle persone favaresi intervistate.
Condannando, senza esitazione alcuna gli atteggiamenti omertosi, sintetizzati nella celebre frase siciliana “nenti sacciu nenti Vitti“, emerge comunque che a Favara c’è ancora una fascia di tessuto sociale che sicuramente deve fare dei passi in avanti sul terreno della lealtà e del coraggio civile. Senza parlare di quei singoli due casi che oltre a rifiutarsi a rispondere , ricorrono alla minaccia o addirittura alla volgarità offensiva verso una ragazza brillante come Rajae che si destreggia bene, anche punzecchiando, sicuramente con l’intento di invitare a riflettere.
Le critiche alla trasmissione, in maniera sbrigativa, possiamo sintetizzarle nell’accusa che la direzione di STRISCIA avrebbe “mandato in onda quello che fa comodo per l’ auditel, affermando anche che su trentamila favaresi… hanno usato i vecchietti che sostano in piazza”. Un’osservazione di carattere generale che non è frutto di preconcetti e sicuramente non campata in aria, se il collega giornalista Giuseppe Moscato tra l’altro dice “…..tra le tante interviste, tra cui la mia, la direzione ha tagliato tutto ed ha preso soltanto quello che interessava. Io in realtà avevo dato una spiegazione logica e giornalistica ai fatti…. loro invece hanno preso solo la battuta sul proverbio siciliano, “è inutili c’antrizzi e fa cannola, la statua è di marmu e nun suda”. Striscia è questo ed è sbagliato secondo me il taglio che hanno dato all’articolo”.
Un coro di consensi invece per don Marco Damanti, parroco dei Ss. Pietro e Paolo, una delle parrocchie più popolose e problematiche della città, che sulla sua pagina facebook scrive: “Ho visto Striscia la notizia, quello che mi fa vergognare, e MI VERGOGNO e MI DISSOCIO da quelle persone intervistate che “non sanno nulla-, nenti sacciu”. Mi chiedo: non sapevano di questi attacchi alle statue? almeno potevano essere dispiaciuti e condannare questo vile gesto. Vergogna. Questo atteggiamento e questa mentalità omertosa inquina la nostra società”.
Mentre nella breve frase mandata in onda, don Marco ribadisce con forza che “la fede non è il simulacro in sé”.
E su questa frontiera è la Chiesa di Favara che, pur condannando senza esitazione gli atti di iconoclastia compiuti come assolutamente deplorevoli, sacrileghi e frutto di incivile intolleranza, tuttavia ammette che forse in passato ha lasciato un po’ troppo fare. La fede sicuramente non ha bisogno di statue e soprattutto di tante statue. Un punto su cui davvero riflettere soprattutto dopo qualche ombra che ha forse fatto emergere la contestata trasmissione di STRISCIA, cioè di un possibile di businness. Cosa che ha colto davvero tutti di sorpresa e che ha bisogno di essere chiarita, con il massimo di rigore dalle autorità competenti.
Certamente come Chiesa favarese (laici e chierici) c’è un problema pastorale di non poco conto da affrontare anche con il CPC, nella luce e con la forza del CRISTO RISORTO.
Diego Acquisto
17-4-2019
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