Mentre ad Agrigento si riapre la Cattedrale, da Roma forti segnali di coraggio di Papa Francesco.
Mentre si riapre la nostra Cattedrale, pensiamo al coraggio evangelico della Chiesa di Papa Francesco. Un coraggio salutare, davvero evangelicamente dirompente quello di questi giorni della Chiesa di Papa Francesco.
Una Chiesa che sempre, con tutti i Papi – è doveroso dirlo unicamente per principio basilare di correttezza – sempre ha lanciato il messaggio della verità che si deve gridare dai tetti senza condizionamenti di sorta. Ma che – dobbiamo ammetterlo – più o meno dovunque e forse anche dalle nostre parti – si è cercato talvolta in qualche modo di soffocare per il bene giudicato superiore della onorabilità delle istituzioni anche ecclesiastiche, indegnamente – dobbiamo adesso dire – rappresentate da persone che invece si aveva il dovere di smascherare e denunciare.
Non c’è chi non si sia accorto che in queste nostre precedenti affermazioni, il riferimento sia a quello che riferiscono le cronache e gli stessi mass-media più vicini al Vaticano, sugli abusi e sulla necessità della protezione dei minori, nella Chiesa e nella società, con cruda dovizia di particolari. Come sta avvenendo in questi giorni, a Roma, in Vaticano nel summit che vede riuniti 190 leader ecclesiastici di tutto il mondo, tra cui 114 presidenti delle conferenze episcopali, insieme con cardinali, prefetti, superiore e superiori religiosi.
Un summit, che in passato mai si sarebbe pensato specie questo motivo ed adesso invece, ufficialmente convocato dal Papa per la protezione dei minori nella Chiesa, contro la piaga degli abusi.
Una franchezza che non risparmia né mai più deve risparmiare – eventualmente – nessuno. Anzi maggiore attenzione e severità proprio verso chi eventualmente ricopre cariche ecclesiastiche considerate umanamente di prestigio, cioè evangelicamente di più alta rilevanza di servizio come Vescovi, Cardinali, Superiori di ordini religiosi, verso i quali – da quanto pare chiaramente emergere da varie relazioni – emerge una preoccupante zona d’ombra. Viene cioé riscontrata la tendenza all’ insabbiamento e/o comunque all’uso di atteggiamenti non appropriati e non chiaramente decisi a stroncare sul nascere comportamenti evangelicamente gravi ed inaccettabili.
Così, solo per fare un esempio, sentiamo il parere del card. Blase Cupich, arcivescovo di Chicago e membro del Comitato organizzativo che sottolinea il dovere grave di “rigettare categoricamente gli insabbiamenti”, invitando ufficialmente anche i laici, nelle modalità da stabilire, a studiare “tutti i meccanismi più efficaci per presentare denuncia di abusi o maltrattamenti specie se nei confronti di un vescovo, perché proprio questi dovrebbero essere trasparenti e ben noti ai fedeli”.
Insomma la Chiesa che non teme ed ha sempre detto ed insegnato di non dovere temere mai la verità, adesso su un problema che non è solo ecclesiale, dobbiamo proprio riconoscere che sta mettendo in campo il massimo del coraggio per essere fedele al Vangelo.
E quindi pare proprio che sul problema della protezione dei minori, con Papa Francesco è davvero forse venuto il momento di non voltare più la testa dall’altra parte.
Una linea pastorale che non trova impreparata la Chiesa Agrigentina, e sulla quale ha modo di riflettere anche oggi. Questa nostra Chiesa Agrigentina, che riapre dopo otto anni la sua Cattedrale, in questo giorno appositamente scelto, in cui la liturgia ricorda la Cattedra di S. Pietro.
E lo sappiamo che con il simbolo della cattedra si vuole porre in rilievo la missione di maestro e di pastore conferita da Cristo a Pietro, da lui costituito, nella sua persona e in quella dei successori, principio e fondamento visibile dell’unità della Chiesa.
E con Pietro che oggi si chiama Francesco, tutti i Vescovi in comunione con Lui come il nostro don Franco, che poi sappiamo da quali particolari legami di collaborazione e comunione è legato con Papa Francesco.
Infine è anche bene considerare che sempre da parte di molti sui mass media il problema dell’abuso dei minori è stato considerato di carattere sociale; perché – a dire dei sociologi ed esperti vari – è molto diffuso.
E per lo più, si legge da più parti, per oltre in 90% e forse ancora più dei casi, gli abusi, purtroppo, avvengono tra le pareti domestiche.
Diego Acquisto
22-2-2019
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