AUGURI per il 2019 con i messaggi di Papa Francesco e dei Vescovi di Sicilia. — La Chiesa oggi unico vero argine contro le derive di un irrazionale sovranismo e di quel tipo di populismo, sordo alle esigenze vere del popolo.

Anzitutto nel segno della pace che biblicamente intesa è la sintesi di tutti i doni di Dio! Pace sociale  a cominciare dalla prima Comunità che per tutti è la famiglia, e via via a tutte le altre Comunità sino a quella nazionale e mondiale della grande famiglia umana. AUGURI per il 2019 con i messaggi di Papa Francesco e dei Vescovi di Sicilia. Auguri di pace!

Pace sociale anzitutto fondata sulla giustizia, per evitare, oltre tutto, quelle esplosioni di comprensibile  rabbia che in Italia hanno fortunatamente trovato un canale civile all’interno dell’urna lo scorso 4 marzo, mentre in un paese vicino, purtroppo,  hanno provocato incredibili distruzioni e violenze, con prezzo altissimo anche di alcune vite.

E proprio mentre scrivo questa nota, facebook propone un post del 29.12.2011, dopo la manovra economica varata dall’allora Governo Monti, che si diceva sorpreso che il suo indice di popolarità si era fermato al 20% e non era sceso a zero”. Al che  non mancava chi, amaramente,  faceva osservare che ciò era solo dovuto al semplice motivo che quel venti per cento, pur possedendo oltre il sessanta per cento della ricchezza nazionale, dalla manovra era stato solo sfiorato dai sacrifici, che invece erano stati caricati sulle classi medio basse dell’ottanta per cento degli italiani.  Il suggerimento che gli veniva dato era  di  una seconda manovra , assolutamente necessaria, ma solo per correggere la prima nella direzione di una vera equità sociale!  Perché a chi viveva  con mille euro al mese ( e tante famiglie, purtroppo, con molto, molto  meno) non poteva essere chiesto nemmeno il sacrificio di un solo euro !

Non se ne fece niente e dopo Monti, subito pesantemente punito alle elezioni, gli altri Governi che seguirono, fecero altrettanto, anzi con altre riforme disastrose  aggravarono la situazione, con la conseguenza di un grande aumento delle diseguaglianze ed una quasi triplicazione della povertà. E quindi l’esito delle elezioni politiche  del 4 marzo u.s. con il ribaltamento democratico delle forze parlamentari.

Adesso è in corso la manovra economica 2019, che sta suscitando clamore, con  il paventato rischio di aggiungere altre ingiustizie e penalizzazioni sempre per i più deboli, se oltre alle promessa di abbassare le tasse,  dovesse contestualmente essere consentito ai Comuni di potere accrescere il livello della pressione fiscale locale su tanti servizi essenziali, con la conseguenza contestuale di un  saldo complessivo annuale negativo per famiglie ed imprese.

L’augurio è che il popolo italiano contini ad avere quella saggezza, pazienza, prudenza e maturità per seguire, pungolare e discernere  il comportamento dei suoi rappresentanti in Parlamento. Che devono solo proporsi per davvero, senza furbizie maldestre, di apportare tutti i correttivi più utili per superare i disastri sociali del passato remoto e recente.

In questo, raccogliendo pure il messaggio dei Vescovi  delle 18 diocesi di Sicilia che  in nome del Vangelo, invitano ad  “accogliere, proteggere, integrare quanti bussano alle nostre porte”. Ed invitano nella routine del  quotidiano  al “lavorio della carità” ….verso tutti i poveri…. soprattutto i poveri “italiani” che – a causa della crisi economica- sono sempre più numerosi”.

Una sottolineatura questa dei “poveri italiani”, che non può e non deve  passare inosservata, soprattutto da parte di chi, con superficialità, anche nel passato recente ha sottolineato l’attenzione dei Vescovi, solo verso i migranti e quindi quasi a senso unico, come se si suggerisse di trascurare i poveri della porta accanto.  Una carità questa, sicuramente imperfetta ed errata, perché l’amore per i poveri è una via obbligata per la testimonianza cristiana.  Per tutti,  e dunque, anche per i nuovi poveri che giungono, migrando, sulle nostre coste siciliane.

L’osservazione pungente, ma reale,  che sfida l’assurdo, è che – come dicono i vescovi siciliani, mentre di fronte alla povertà  – “il cuore si stringe e geme, ma anche la mente non capisce: un animale in questo momento arriva a valere di più, in protezione, di un fratello nel quale il credente sa che c’è la visita stessa di Dio!”.

Parole anche queste oggi che pure a qualcuno che è  cresciuto con la  certezza  di  una  “Chiesa -istituzione, ….monolito reazionario, bigotto e pieno di inconfessabili misteri”…  e che però  “oggi,  ha vent’anni e si fa abbracciare dal vortice degli ideali – trova nella Chiesa non più un nemico ma un alleato”. E che  essendo impossibile fermare le migrazioni, è invece  possibile e intelligente  l’integrazione, e perfino utile per l’economia e per il futuro del nostro Paese.

Basta allora – come invitano i vescovi di Sicilia  –  con quella tendenza alla eccessiva semplificazione, di fronte all’oggettiva complessità dei problemi !   Bando alle contrapposizioni, spcie se preconcette ed a “quei messaggi puramente emotivi che non costruiscono coesione ed impediscono quella ragionevolezza che fa discernere e capire”. Forte deve essere l’impegno per contrastare la corruzione e la criminale mentalità mafiosa.

Così, per  credenti e  non credenti, questa Chiesa di Francesco e dei Vescovi di Sicilia, appare davvero come voce  autorevole e credibile di dissenso. Unico vero argine contro le derive di un irrazionale  sovranismo e di quel tipo di  populismo, sordo alle esigenze vere  del popolo.

Diego Acquisto

29-12-2018

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