Il caso della nave Aquarius…ancora una sconfitta della politica
Bisogna ripartire dalla sconfitta… ancora da una sconfitta della poltica … e probabilmente è meglio ripartire dall’alto
Ripetiamo…dalla sconfitta della politica bisogna ripartire ! una sconfitta che abbiamo toccato ed andiamo sempre più toccando con mano, anche in tanti campi, a livello locale, nazionale, europeo ed oltre.
Ed opportunamente di sconfitta della politica ha espressamente parlato, usando proprio questa espressione il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Caritas Italiana, nel commento all’agenzia Ansa sul caso della nave Aquarius.
Un caso che continua a tenere tutti col fiato sospeso, mentre la nave accompagnata e seguita da altre navi della nostra marina sta cercando di raggiungere la Spagna….con tutte le polemiche anche aspre in corso, soprattutto da parte della Francia davvero maldestramente, ingiustamente ed ingenerosamente ( e non aggiungiamo altro ! ) …. contro l’Italia, che pure ha tanto ,proprio tanto ha fatto e da sola, in tutti questi anni, in totale assenza di una solidarietà con responsabilità collettiva e vincolante da parte di tutti i paesi dell’Unione Europea…. una polemica adesso perché a bordo ci sono 629 profughi, tra cui alcuni minori non accompagnati ed alcune donne incinte.
L’assenza di solidarietà con responsabilità collettiva e vincolante da parte dell’Unione Europea determina in questo momento una sconfitta eclatante della politica con il rimpallo delle responsabilità, su cui direttamente si è anche pronunciato in un tweet, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha fatto benissimo a ricordare il versetto evangelico “Ero straniero e non mi avete accolto”. Mt. 25,43
Ma dobbiamo, purtroppo, anche dire che alle sconfitte della politica ci stiamo abituando! perché – per esempio – nelle stesse ore, sul piano provinciale la cronaca riferisce del documento collegiale firmato da tutti i Parroci di Porto Empedocle, per la disastrosa situazione, che si va ulteriormente aggravando, in cui versa la cittadina marinara, senza che nessuna autorità – diciamo proprio nessuna – riesca ad intervenire per invertirne la marcia. Perciò il forte grido di allarme dei Parroci per “l’inarrestabile e devastante degrado crescente, sempre più evidente, progressivo ed umiliante” in cui versa la città.
Anche in questo specifico caso la sconfitta della politica, sino ad ora, appare più che evidente…e non si vede nulla di concreto, da parte di nessuno, che possa indurre a sperare in meglio……
E nei giorni immediatamente precedenti, nella festa dal Corpus Domini, a Favara da parte dell’arciprete D’Oriente e da Agrigento da parte dello stesso arcivescovo – cardinale Montenegro, con linguaggio che non ammette equivoci, su argomenti politicamente assai rilevanti, si è denunciata, senza ombra di dubbio, pure la sconfitta della politica. Che non riesce – (sentite un po!) – ad eliminare frodi per assicurare il giusto salario agli operai, o che priva tanti cittadini dell’acqua, cioè di un bene essenziale per restare in vita.
Da queste sconfitte bisogna ripartire, forse con una nuova presenza, una nuova strategia e tensione,… e probabilmente partendo dall’alto, cioè a livello mondiale, europeo, nazionale, e quindi regionale e locale.
Ed in questo senso forse sollecitare nell’evangelizzazione la responsabilità e la creatività dei laici a cui spetta organizzare la cosa pubblica.
Fermo restando, senza ombra alcuna di equivoci, che quando ci si ritrova dietro la porta uno che bussa perché ha urgente necessità, la regola non può che essere una sola, che è quella dettata dal Vangelo: “Ero forestiero e mi avete accolto”, per il resto bisogna pungolare la politica .
E la politica, come insegna la DSC, ha le sue regole, i suoi tempi e i suoi motivi. E che è responsabilità dei laici praticare ed attuare nel migliore e più efficace dei modi, la politica per alleviare sofferenze, nella linea della solidarietà e della giustizia.
Durante i terribili giorni della recente crisi, successiva all’esito delle elezioni del 4 marzo scorso, che forse hanno segnato davvero uno spartiacque col passato… nonostante tutte le incertezze, le tensioni e le esagerazioni di quei giorni, la Chiesa italiana, deliberatamente non ha voluto alzare muri contro nessuno, né tanto meno porre e nemmeno ipotizzare condizioni per la formazione del nuovo Governo.
Ed il segretario della CEI Mons. Nunzio Galantino, proprio a proposito di accoglienza “senza se e senza ma” ha testualmente risposto: “Voglio correggere questa idea. Nessuno ha mai parlato dell’accoglienza senza se e senza ma. Io più volte ho detto che la legalità è il primo passo verso una politica intelligente della mobilità umana. Alla Chiesa non spetta decidere chi deve entrare, chi deve uscire. A quali condizioni si entra e a quali condizioni si esce. Questo è un compito della politica ed ha tutto il diritto di farlo”.
Diego Acquisto
P.S. …………..Quello che è successo e sta succedendo è sicuramente discutibile……Ma viene pure da dire e da chiedersi…..Ancora una sconfitta della politica, da valutare senza miopia……..l’Italia, ha tanto ,proprio tanto ha fatto e da sola, in tutti questi anni, in totale assenza di una solidarietà con responsabilità collettiva e vincolante da parte di tutti i paesi dell’Unione Europea……….Come è potuto succedere tutto questo ?………….boh !………..Come bisognva comportarsi ?……..Non è eticamente doveroso correggere chi sbaglia ….specie se pervicacemente vuole continuare a sbagliare scaricando su altri pesi insopportabili………?………Non bisogna punire chi egoisticamente si chiude in se stesso per il proprio comodo e vantaggio…. e per giunta ergedosi poi a giudice ed usando poi parole e giudizi assolutamente fuori luogo e falsi verso chi non lo merita per il suo lungo passato di virtù…..?
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Ore 17 del 14-6-2018-—-Confermato l’incontro di Parigi di domani, che era stato sospeso.—La notizia ufficiale riferisce che il Presidente francese Macron nel corso di un colloquio telefonico “ha sottolineato di non aver mai fatto alcuna dichiarazione con l’obiettivo di offendere l’Italia e il popolo italiano”, si legge in una nota diffusa dall’Eliseo.
Una circostanza questa, confermata dallo stesso Conte che testualmente ha dichiarato : il presidente francese “mi ha detto che le frasi rivolte all’Italia non sono a lui attribuibili“. Il premier italiano ha quindi sancito: “Con la Francia caso chiuso, ora dobbiamo cambiare le regole di Dublino. La soluzione del problema immigrazione non può essere demandata alla sola Italia”. “Con Macron parleremo di tutto, quindi la modifica del regolamento di Dublino, come pure dell’Unione bancaria e monetaria“, ha aggiunto il premier uscendo dal Senato.