In margine alla visita del Vescovo polacco Krysztof Zadarko, a Siculiana ed a Lampedusa
Si tratta del Vescovo responsabile della pastorale delle migrazioni per la Polonia, che con don Matteo Campagnaro, segretario particolare del Cardinale di Varsavia, ha visitato prima il locale HUB, (ex Hotel Villa Sikania) di Siculiana e quindi si è spostato ieri a Lampedusa per visitare l’HOTSPOT dell’isola.
Ad accompagnarlo nella visita a Siculiana il nostro arcivescovo-metropolita, cardinale don Franco Montenegro, unitamente alle massime autorità istituzionali della nostra provincia, dal Questore al Prefetto.
Non si poteva organizzare una migliore accoglienza per questi illustri ospiti, che provengono da una nazione che da oltre dieci anni è entrata a far parte dell’Unione Europea, ma con la quale è politicamente in atto una notevole divergenza di vedute proprio sul tema dell’accoglienza dei migranti.
Perché il Governo polacco, in sintonia con suoi cittadini, è contrario alla ricollocazione dei profughi, specie se provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa.
E la Chiesa polacca con la voce dei suoi Vescovi, tramite proprio mons. Krzysztof Zadarko si è detta “profondamente rattristata” del fatto che, secondo i sondaggi, solo il 4% dei polacchi siano “decisamente favorevoli” ad accogliere migranti.
Visitando il centro di accoglienza di Siculiana Hub (così denominato perché fulcro centrale di snodo), (come detto, già ex hotel Villa Sikania, tra gli hotels più rinomati e vip della nostra provincia), sicuramente mons. Zadarko sarà rimasto contento e soddisfatto per tutte le comodità ed opportunità che il locale offre ai diseredati che arrivano, con alle spalle violenze di ogni genere , abusi e lutti.
E ciò malgrado, sappiamo bene che tanti dalle nostre parti ironizzano sull’amore ai profughi; un “amore” che ha portato nell’agrigentino al cambio di destinazione di rinomati locali, in considerazione delle entrate sicure che facilmente si ottengono con i generosi e puntuali contributi statali, senza correre rischi, anzi passando per benefattori. Una logica che quasi quasi costringe a pensare alla battuta diventata virale e tristemente famosa che “con i migranti si guadagna di più ed in maniera più sicura, che con lo spaccio di droga !”.
D’altra parte, lo stesso Pastore della Chiesa Agrigentina don Franco interrogandosi, in tono apparentemente naif, si è chiesto proprio sul problema dell’accoglienza agli immigrati nell’agrigentino: …. “…come mai mentre molte imprese e attività commerciali sono costrette a chiudere i battenti, c’è invece una corsa disperata verso la costituzione di imprese sociali e l’apertura di case famiglia, meglio se per minori non accompagnati? ….”
Ma ritorniamo alla visita del Vescovo polacco !, che contento per Siculiana, sicuramente lo sarà stato meno – (ci viene da pensare !) – visitando ieri il centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola di Lampedusa; un centro trasformato, secondo le direttive dell’Europa, in hotspot, cioè di ricollocamento per quote nei vari paesi dell’Unione dei rifugiati.
E non, come pare sia avvenuto un centro per identificare i migranti economici e teoricamente respingerli. Cosa che ha creato subito a Lampedusa tanti problemi.
Perché l’isola di per sé è un centro di primo soccorso e di prima accoglienza, che deve ricevere persone che hanno bisogno di immediato soccorso, come ustionati, bambini, donne incinte, migranti economici disperati e stremati… tutte persone insomma che hanno bisogno di cure immediate e che non possono trovare un centro già stracolmo da persone che tra l’altro si rifiutano di rilasciare le impronte.
In sostanza – ci pare, da quello che riusciamo a capire – che a Lampedusa, con l’hotspot invece che cambiare tutto in meglio , le cose sono peggiorate ! perché il meccanismo per il ricollocamento sostanzialmente ha fallito, anche per la mancata accoglienza di alcuni Stati come la Polonia, che ha rifiutato le quote, contribuendo a complicare i problemi e moltiplicare le sofferenze.
La visita dei due illustri polacchi, eminenti uomini di Chiesa, potrà influire – speriamo positivamente – nel cambio di politica in Polonia in favore dell’accoglienza.
Del resto proprio in Polonia, c’è un tessuto sociale dove la Chiesa nel recente passato ha avuto una notevole influenza per determinare il crollo del sistema totalitario comunista e l’avvento della democrazia.
Adesso, in questa stagione di tragiche migrazioni, anche la Polonia deve sentirsi sollecita a chiedersi cosa si può e si deve fare, come Stato, come Chiesa, per un’ospitalità strutturale, positiva ed efficace.
Ma, al contempo, soprattutto chi governa, in Polonia come altrove, deve sapere anche come rispondere alle cause che spingono migliaia di uomini, donne e bambini a lasciare le loro case per cercare condizioni di vita più umane.
Rispondere alle cause di questo dramma moderno e provvedere, anche per evitare viaggi pericolosi, sofferenze inaudite e tanti, proprio tanti morti !