LETTERA dei PARROCI di FAVARA (AG) per l’ACQUA
Al Signor Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella
c/o Quirinale—00124 Roma
Al Presidente della Regione Sicilia
On. Rosario Crocetta
Piazza Indipendenza 21
90129 Palermo
All’Assessore Regionale alla Famiglia,
alle Politiche Sociali e al Lavoro
D.ssa Maria Antonietta Bullara
Via Trinacria 34/36
90100 Palermo
ai Capi Gruppi Parlamentari
P.zza del Parlamento, 1
90100 Palermo
A S.E. Il Prefetto della Provincia di Agrigento
Dott. Nicola Diomede
Piazza A. Moro 1
92100 Agrigento
Ati idrico Agrigento
Al Presidente Dott. Enzo Lotà
Piazza Trinacria Edificio A.S.I.
Zona Industriale di Agrigento -. 92021 Aragona.
Al Sindaco di Favara
Dott. Anna Alba
Via Piazza
LETTERA DEL CLERO DI FAVARA
“L’acqua , bene comune della famiglia umana, costituisce un elemento essenziale per la vita, la gestione di questa preziosa risorsa deve essere tale da permettere l’accesso a tutti, soprattutto a coloro che vivono in condizioni di povertà…l’accesso all’acqua rientra, infatti, nei diritti inalienabili di ogni essere umano, poiché rappresenta un prerequisito per la realizzazione di gran parte degli altri diritti umani, come il diritto ala vita, all’alimentazione, alla salute. Per questo l’acqua non può essere trattata come una merce tra le altre e il suo uso deve essere razionale e solidale…Il diritto all’acqua si basa sulla dignità umana e non su valutazioni di tipo meramente quantitativo, che considerano l’acqua come un bene economico. Senza acqua la vita è minacciata. Dunque, il diritto all’acqua è un diritto universale e inalienabile”.
Discorso del S. Padre Francesco, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua.
Come Chiesa incarnata nel territorio favarese,
alla luce della Parola di Dio, che invita ciascuno di noi ad essere “buon Samaritano “, di chi è debole e indifeso; accogliendo il grido disperato del popolo, non possiamo tacere e far finta di non sentire e vedere.
Questa nostra lettera vuole essere un grido forte alle coscienze di chi è responsabile e di chi ha un ruolo istituzionale a livello NAZIONALE, regionale, provinciale , locale, e nonostante ciò rimane nell’assoluto silenzio.
La nostra provincia è conosciuta come una delle prime per la sua povertà. Una povertà che porta tantissime famiglie alla fame e alla miseria. Abbiamo un quadro della povertà o esclusione sociale in aumento che è spaventoso. Gente che non lavora (non trova lavoro)…gente che perde il lavoro…gente sfruttata con busta paga da 1500,00 ed a cui poi realmente viene dato un compenso di 700,00 euro…gente a cui viene diminuito il numero delle ore di lavoro e per conseguenza viene dimezzato lo stipendio e magari deve pagare un mutuo…
Famiglie che non riescono a pagare le bollette o i farmaci, o pagarsi una visita medica perché ridotte all’osso. Le nostre comunità parrocchiali sono il termometro di questa febbre da cavallo che aumenta e che ahimè non riescono a rispondere sempre ai bisogni.
Oggi curarsi per vivere una vita dignitosa sembra un privilegio per pochi. La gente si sente sempre più sola e grida il suo dolore e la sua rabbia, di fronte a uno Stato assente. Il quadro è gravissimo, se c’è una cosa chiara, è la Costituzione, per cui il popolo è sovrano e la sovranità si esprime con il referendum, che nel 2011 ha detto che l’acqua deve uscire dal mercato e che su di essa non si può fare profitto. Un risultato disatteso dalla politica e rimasto inascoltato.
A questa analisi sociale, si aggiunge il caso della gestione privata dell’acqua. Famiglie alla quale è stata addirittura chiusa l’utenza. Come si fa a vivere senza acqua nel 2017 ? Può l’acqua obbedire solo alla ragione del mercato? Certamente no. L’acqua non può essere gestita con un criterio esclusivamente economico e privatistico.
Papa Benedetto XVI, nella “Caritas in veritate” al n, 27, afferma: “ il diritto dell’alimentazione, così come QUELLO DELL’ACQUA, rivestono un ruolo importante per il conseguimento di altri diritti, ad iniziare, innanzitutto, dal diritto primario alla vita. E’ necessario , che maturi una coscienza solidale che consideri l’alimentazione e l’accesso all’acqua come diritti universali di tutti gli essere umani, senza distinzioni e né discriminazioni”.
Non possiamo fare finta di non vedere o peggio ancora, che tutto vada bene. Lo scandalo più grande è il silenzio e l’indifferenza . Una politica latitante in tutti i livelli: nazionale, regionale, provinciale e comunale. La realtà dell’Ati, che cammina molto lentamente, pur formata dai sindaci della nostra provincia (qualche sindaco latitante pur sapendo che nella propria città, il tema acqua è peggio del terzo mondo,) che sanno o forse dovrebbero sapere la sofferenza dei propri cittadini.
Il grido della gente inascoltato crea amarezza e non rende credibile la Costituzione italiana. Oggi il cittadino che dovrebbe essere ascoltato…tutelato…viene abbandonato a se stesso secondo la logica di mercato e del profitto,; nel caso specifico da parte del l gestore privato.
È legale, chiudere le fogne? Ora, forse non più grazie alla sentenza del Tar.
È legale per le tante famiglie in difficoltà, impedire l’uso dell’acqua?
Nella nostra città di Favara, come in altri paesi della provincia, questo ahimè è avvenuto. A Favara, una famiglia ha chiesto al parroco di potersi lavare in parrocchia , visto che gli è stato tolto il diritto all’acqua.
Come mai la Regione con a capo il Presidente Crocetta e il suo Parlamento, che dovrebbe fare “solo” e “unicamente” l’interesse del suo popolo, è ambiguo sul tema acqua? Perché non si impegna a cogliere le tantissime inefficienze del gestore privato? Perché non si fa di tutto per un costo accessibile dell’acqua, visto che nella nostra provincia la stra-paghiamo, stile petrolio blu ? Prezzo unico e accessibile per garantire la possibilità alle famiglie di pagarla. Perché invece di turnazioni di erogazioni che ci rendono peggio del terzo mondo, non avere l’acqua h24 visto che abbiamo avuto periodi di abbondanti piogge ?
Questo dramma non si potrà risolvere, finché il Presidente Crocetta e la sua giunta, ( o chi verrà dopo di lui !), una volta per sempre non si decidano a prendere in mano la situazione, soprattutto ora che la Corte Costituzionale ha decretato “incostituzionale” le scelte prese alcuni anni fa. A loro chiediamo, in quanto rappresentanti del popolo di mettere fine a questo dramma sociale che toglie la dignità a tante famiglie. Il diritto all’acqua promana dal diritto primario alla vita. L’acqua ha la sua rilevanza sociale per cui la Regione non può demandare la gestione solo al privato. La gestione dell’acqua, bene pubblico, ha bisogno di un controllo democratico, partecipato.
Alla Corte Costituzionale, poniamo la domanda che si pone il popolo italiano: non è incostituzionale, che un Referendum vinto per la gestione pubblica dell’acqua è rimasto inascoltato? È possibile che in una “democrazia” non venga considerato un Referendum pubblico dove il POPOLO ITALIANO, ha espresso il suo volere? Pensiamo che vi sia ambiguità e incoerenza nella sentenza della Corte Costituzionale che parla IN NOME DEL POPOLO ITALIANO ma non considera quello che il POPOLO SOVRANO ha espresso nel referendum (molto tempo prima).
L’auspicio che questa lettera non sia cestinata, ma che possa rompere il muro del silenzio e dell’indifferenza, che possa accelerare l’immediata azione delle varie Istituzioni, in primis della Regione e per conseguenza anche a livello provinciale e locale.
La gente ha bisogno di credere alla paternità di uno Stato presente e vicino, questa è l’occasione per far rifiorire la speranza e la fiducia, difronte a questa grande crisi economica.
Ciò che è di Dio, va amministrato dagli uomini, sue creature, evitando quel “peccato originale” di farsi autonomi e padroni del mondo. Non rubare, è un comandamento. Non rubiamo a tanti il “diritto sacrosanto” dell’acqua.
Favara,3-6-2017
I Parroci
Sac.Giuseppe D’Oriente .- arciprete -vicario foraneo
P.Uriel Ortiz
Sac.Michele Termine
Sac. Calogero Lo Bello
P. Marco Damanti
Sac. Sergio Sanfilippo
Sac. Diego Acquisto
Fra Salvatore Di Bartolo