VERSO LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE
Notiziario di Telepace – martedì 21.12.2004
VERSO LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE
servizio di don Diego Acquisto
Il male non si sconfigge né operando altro male in risposta, né con la violenza, ma solo facendo azioni buone, assumendo una prassi di carità e di servizio verso l’altro. Lo afferma Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, in una nota a commento del messaggio del Papa per la prossima Giornata mondiale della pace del 1° Gennaio 2005, sul tema Non lasciarti vincere dal male ma vinci con il bene il male. Il perdono – spiega il priore – è la via cristiana per eccellenza come risposta al male subìto, esso contiene non solo una rinuncia alla vendetta e un rifiuto del contraccambio, ma anche un atteggiamento attivo, costituito dal fare il bene. Questo comandamento cristiano, aggiunge Bianchi, deve essere messo in pratica non solo personalmente, ma anche dalle comunità umane, dai popoli, dalle nazioni. Non c’è altra via per uscire dal circolo vizioso del male: la violenza, infatti, genera altra violenza, in un vortice sempre più distruttivo. Uno dei commenti più autorevoli, questo del priore della comunità di Bose, sul messaggio papale , forse il commento che coglie il cuore del messaggio stesso, in questo momento così drammatico per diversi luoghi della terra, dove la spirale dell’odio continua a seminare stragi; un esempio per tutti, quello che continua ad avvenire in Iraq, dove le stragi si ripetono quotidianamente, in uno stillicidio programmato da chi ha fatto della violenza sistematica un programma di vita. Nel messaggio di quest’anno, scrive Enzo Bianchi, il Papa ricorda le responsabilità precise che l’uomo ha di fronte al male: questo, infatti, è opera di chi sceglie la logica dell’amore di sé, e non riconosce la solidarietà, la fraternità di tutti gli esseri umani. Contro ogni fondamentalismo, contro ogni tentazione manichea di cui sembrano preda uomini e Stati, il Papa ricorda una verità cristiana sempre affermata: l=essere umano è capace di conoscere e di operare il bene, ed ha il diritto di avere le condizioni necessarie a realizzare questa sua profonda aspirazione. È in questa logica, esposta nel messaggio con grande forza e con un linguaggio convincente non solo per i cristiani ma per tutti gli uomini di buona volontà=, che il Papa chiede che il bene sia capace di vincere il male, il terrorismo, la guerra. La forza del bene sia impegnata nella linea di un uso comune dei beni della terra, nella linea dell’amore preferenziale per i poveri=, nella linea di una carità vissuta con fantasia creativa. Queste parole, indubbiamente, sono il frutto maturo di quanto la Chiesa sa offrire alla sapienza umana nel faticoso cammino di ricerca della pace.
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