SOLENNIITÀ dell’ IMMACOLATA

Notiziario di Telepace – Martedì 07.12.2004

SOLENNIITÀ dell’ IMMACOLATA

servizio di don Diego Acquisto

 “Noi peccatori, pur credendo con tutte le potenze del nostro intelletto e tutto l’affetto del nostro cuore, non riusciremo mai a comprendere pienamente che significa Immacolata Concezione: come, il cieco può intendere cosa sia l’azzurro e l’oro del mattino, il sordo il canto dell’usignolo, il peccatore non solo la totale assenza del peccato, ma anche la pienezza della grazia?”.  Così Mons. De Gregorio, nota, prestigiosa figura del clero agrigentino, sull’ultimo numero de “L’Amico del Popolo”, il settimanale diocesanoche proprio per il giorno dell’Immacolata, come dice don Carmelo Petrone, festeggia 50 anni di vita, a servizio della chiesa e della gente. Un articolo ispirato quello di mons. De Gregorio sull’Immacolata, frutto di chi ha maturato una fede viva e consapevole, comprendendo bene quale ruolo delicatissimo sia stato riservato nel piano salvifico di Dio all’umile fanciulla di Nazaret, Maria.

“Anche se l’Immacolata – scrive ancora Mons. De Gregorio, nel corso del suo articolo che è tutto da leggere e soprattutto da meditare e gustare – Anche se l’Immacolata fosse soltanto ammirabile, sarebbe sempre per noi un grandissimo dono, come quando lo scalatore dell’Everest, ai suoi piedi, contempla nella candida immagine della montagna, come uno sforzo titanico della terra per ricongiungersi al cielo. Ammirare adorando l’onnipotenza di Dio, che, non le onde del Mar Rosso, ma la straripante fiumana irresistibile del peccato fermò, per preservare la Vergine Maria, in vista della sua divina maternità, significa sprofondarci nel nostro nulla avvelenato dalla colpa e cominciare a comprendere il suo amore infinito…”.

“L’Immacolata ci affascina e ci attrae a sé con la soavità dei suoi profumi. L’Immacolata è anche concordia e armonia di cielo e terra, di anima e di corpo, di intelletto e volontà, di speranza e di certezza, come immagine di una umanità non contaminata dal peccato, e primizia di quella redenta da Cristo”.

Così Mons. De Gregorio sull’Immacolata, la cui festa quest’anno assume un significato particolare, perché si commemorano i centocinquant’anni, da quando fu proclamato quest’importante dogma mariano.  Che cioè  Maria Ss. proprio in vista dei meriti di Gesù redentore è stata preservata immune dalla colpa di origine quindi concepita immacolata. Così la Madonna lungi dal non essere anche lei una redenta da Gesù, è anzi la prima redenta, redenta in un modo particolare e privilegiato. E il popolo siciliano, nel pieno di una furente battaglia ideologica tra i teologi, nel 1600, due secoli prima della solenne definizione dommatica, giurava solennemente fedeltà all’Immacolata ed impegno a difenderne la verità, se necessario anche “sino all’effusione del sangue”, come si legge in un documento del Senato palermitano. Ecco perché in questi giorni, in tutte le Chiese della nostra Sicilia e della nostra provincia si sono moltiplicate e s moltiplicano le presenze, rivivono tante significative tradizioni a cui la gente è tanto legata, si risentono tanti bei canti, espressione della fede interiore di un popolo di Dio che confida in Maria ed a Lei affida ansie, timori, gioie, speranze.

Dal canto più tradizionale della zona della montagna,“La ‘Mmaculata si chiama Cuncetta, incrunata perfetta d’in celu calà” a qualche altro più conosciuto,”Siam peccatori, ma figli tuoi, Immacolata prega per noi”,siamo davanti ad un vasto repertorio di canti, testimonianza di una fede secolare del popolo cristiano, una fede pregnante di valori teologici, che il popolo nella sua semplicità ha istintivamente colto, prima delle formulazioni dottrinali dei teologi.

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