CONVEGNO SUL “FUTURO” DELLA PARROCCHIA
Notiziario di Telepace – mercoledì 24.11.2004
CONVEGNO SUL “FUTURO” DELLA PARROCCHIA
servizio di don Diego Acquisto
“Riscoprire il vero volto della parrocchia”: questo il tema della XXI Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per i laici, che si è aperto oggi, a Roma. Il tema dell’incontro – come ha informato una nota diffusa ieri dalla sala stampa vaticana – prende spunto dalle parole del Papa, che nella esortazione apostolica “Christifideles Laici” afferma che nella parrocchia è presente e operante il “mistero” stesso della Chiesa. Ai lavori del Convegno prendono parte, i membri e i consultori nominati dal Santo Padre, provenienti da tutti i continenti e rappresentativi dei diversi ambienti culturali e sociali in cui vive il popolo di Dio.
E inoltre dieci cardinali, tre vescovi e ventiquattro laici, che fanno tutti parte del Comitato di Presidenza. I lavori, che culmineranno con l’udienza del Santo Padre, prenderanno l’avvio con una relazione di Guzmám Carriquiry sul tema “La situazione odierna del laicato: questioni cruciali”. Il Convegno parte dalla consapevolezza che che “la parrocchia rimane la via della Chiesa italiana, perché radica la Chiesa in un territorio e perché le permette di avere un volto popolare”, punto di riferimento per tutti, vera “fontana del villaggio”. Parrocchia di popolo, non d’élite. La conferenza episcopale italiana si è impegnata a fondo sulla “questione parrocchia”. Vi ha dedicato l’ Assemblea Generale, nel novembre 2003. Vi è tornata sopra il 19 gennaio scorso nel consiglio permanente, nel suo direttivo ristretto. Ha tirato le somme nell’ultima Assemblea Generale, del maggio scorso. Motore di tutto questo è stato il cardinale Camillo Ruini, vicario del papa e presidente della Cei. E in realtà la parrocchia è questione centralissima, vitale, per il presente e il futuro del cattolicesimo. La parrocchia territoriale è immagine di una Chiesa a carattere popolare e diffuso. È essa a verificare se la Chiesa è o no missionaria. È la messa domenicale che in essa si celebra il cuore della vita cristiana. L’anomalia positiva dell’Italia – il suo cattolicesimo così imponente, molto più che in altri paesi d’Europa – ha nella parrocchia la sua spiegazione. In altri Stati dove la Chiesa, con una scelta pastorale discutibile, ha perseguito un cattolicesimo di qualità per minoranze teologicamente colte, disdegnando le masse, le chiese si sono svuotate di popolo. In Italia no, perché soprattutto a partire da Pio XI le sue parrocchie hanno volutamente coniugato quantità e qualità, hanno dato spazio a gruppi e movimenti specializzati e nello stesso tempo sono rimaste ospitali per tutti, anche per i lontani, con un’offerta religiosa molto ricca e variegata. La Parrocchia italiana, interpretando correttamente i più recenti orientamenti, mantenendosi in questa linea pastorale collaudata dai fatti, adesso è sollecitata ad essere, più ancora che nel passato, integrata e missionaria. Integrata, in quanto nessuna parrocchia, può presumere di bastare a se stessa, missionaria perché deve pensare ad attuare una specifica “pastorale d’ambiente”, che vada a cercare l’uomo e la donna là dove vivono.
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