P.Giuseppe Fanara cura a Messina la “Mostra dei Crocifissi”

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Sempre impegnato anche nel mondo dell’arte religiosa P. Fanara ofm conv. che – come sappiamo nom è nuovo a certo tipo di iniziative. Infatti grazie al suo impegno si è conclusa a Messina la “Mostra dei Crocifissi”.
Una Mostra appena conclusa, perché si è svolta dall’8 al 18 giugno e che ha ancora richiamato, nella Basilica dell’Immacolata di Messina retta dai Frati Minori Conv.li, l’attenzione dei più esperti cultori dell’arte, dell’attuale ricco e variegato panorama italiano.

Una Mostra per ricordare immediatamente un evento di 25 anni fa quando si concludeva il concorso nazionale, promosso dal C.I.P.R.A. (Centro Italiano Promozione Rassegna d’Arte), per il CROCIFISSO dei MINORI.
Una Mostra a cui allora parteciparono 78 artisti, tutti già affermati e famosi a livello nazionale e non solo, tra i quali di Fabrizio Ricciardi di Volterra , in arte Tiburzi, la cui opera fu scelta per l’intronizzazione sull’altare principale, con giudizio unanime della Commissione.

Cosi, la recente “Mostra dei Crocifissi” all’interno della Basilica ha voluto ricordare nel 25.mo, anzitutto l’intronizzazione del Crocifisso di Tiburzi, ma anche tutto il preziosissimo lavoro dei 78 artisti, i quali a suo tempo presentarono i loro elaborati grafici e/o fotografici, che gelosamente conservati sono stati adesso ancora esposti al pubblico.
Superfluo sottolineare che l’evento artistico della Mostra , di notevole valenza, ha avuto tanti, proprio tanti visitatori di qualità, ed è stato deciso di inserirlo in una serie di importanti commemorazioni storiche della Basilica e della città; tra cui soprattutto i 30 anni della visita a Messina di Giovanni Paolo II, oggi santo, e contestualmente della canonizzazione della beata Eustochia Smeralda Calafato, concittadina messinese,… i 28 anni dalla collocazione dell’altare devozionale su cui aveva celebrato la Messa il Pontefice come altare principale della Basilica… ed appunto i 25 anni dalla intronizzazione del Crocifisso del Tiburzi di Volterra.

Il Crocifisso di Tiburzi, dalla grande figura bronzea che pende dalla Croce sull’altare maggiore della chiesa di San Francesco all’Immacolata. viene oggi valutato come una delle opere sacre più importanti, se non proprio la più importante, della città di Messina.
La realizzazione risale al 1993 ed è il frutto laborioso di un articolato progetto che è stato realizzato grazie alla tenacia di P. Giuseppe Fanara,ofm conv. , favarese doc, all’epoca Rettore del tempio, ed alla preziosa opera di un suo eccezionale collaboratore, come Pepé Spatari, persona nota e stimata nel messinese e non solo, per la sua spiccata competenza e sensibilità artistica.

A sentire ed incontrare oggi il principale artefice, cioè P. Giuseppe Fanara, nella sua dimessa umanità e con la sua disarmante semplicità, dobbiamo proprio dire che nemmeno lui si rende conto come tutto si sia potuto realizzare. Anzitutto per il cumolo dei problemi affrontati di ogni tipo, non esclusi poi quelli di carattere economico, con una spesa che ha largamente superato l’allora non indifferente cifra di oltre cento milioni di lire; una somma comunque raccolta – ci dice – non si sa come… e senza perciò lasciare debiti… e senza avere ricevuto contributi statali, in parte ipotizzati se non addirittura promessi, ma comunque assolutamente non pervenuti, anche perché proprio allora, nel 1993 ci si trovò poi dopo l’inizio negli anni precedenti, nel pieno svolgimento dell’operazione giudiziaria “Mani pulite”. Il che è quanto dire !

Adesso, in questi giorni, dopo la Mostra, la raccolta grafica e fotografica delle opere dei 78 artisti, finora conservata nei locali del Convento, custoditi in un magnifico mobile in legno, opera di pregiato lavoro artigianale, passerà, come dono dei Frati Minori Conv.li di Messina, alla struttura comunale “Palazzo della Cultura“, a fronte della chiesa, lato Boccetta.

Un modo questo per favorire ancora di più – si spera – la fruibilità del prezioso materiale a cui P. Giusepep Fanara è comprensibilmente molto, molto legato… e comunque – visibilmente emozionato – ci dice – facendo anche sintesi di quanto ascoltato dai tantissimi esperti con cui è stato e continua ad essere in contatto – “L’arte può diventare, così, una potente risorsa di benessere, non soltanto per l’ormai riconosciuto valore terapeutico umano e spirituale, ma anche per la sua capacità di sensibilizzazione e creazione di una vera “coscienza culturale”.
Diego Acquisto

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