Nel nuovo anno il sogno “cardinalizio” del lavoro

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di Diego Acquisto

Che almeno cioè si possa recuperare nel 2018, magari solo come primo passo, almeno la possibilità di poterlo sognare.
Ci sembra questo, con una piccola forzatura in positivo, l’unico auspicio per il nuovo anno, da parte del nostro pastore, card. don Franco Montenegro .
L’unico auspicio, in una considerazione proprio amara ma purtroppo realistica da parte di chi vive ed osserva senza fare sconti, l’amara realtà di questa nostra terra siciliana ed agrigentina in particolare.
E ci sentiamo di formulare anche noi, proprio solo questo augurio.
Tutto ciò in riferimento a quanto dichiarato appena qualche giorno fa, dal nostro cardinale don Franco Montenegro. Un augurio che, ci pare proprio, abbia voluto formulare da profondo conoscitore della realtà della nostra isola.
Don Franco è nato nel 1946 a Messina, ha completato tutti gli studi nella stessa città, e dopo l’Ordinazione presbiterale nel 1969, ha esercitato il ministero di parroco in quartieri popolari e degradati della città e della diocesi. Quindi dal 2000 ha operato come vescovo ausiliare e provicario generale dell’arcidiocesi, che, come è noto ormai da tempo, oltre al vasto territorio della provincia di Messina, aveva inglobato anche le diocesi delle Isole Eolie, Lipari e della Prelatura di Santa Lucia del Mela.
Nel 2008, Papa Benedetto lo ho trasferito ad Agrigento, come successore di Mons. Carmelo Ferraro, che nell’Anno Santo del 2000, nel quadro del riordino delle diocesi siciliane, aveva accolto il dono da parte di S. Giovanni Paolo II, del riconoscimento di Agrigento come sede arcivescovile e metropolitana .
Profondo conoscitore quindi della realtà siciliana di ieri e ancora di più di oggi, don Franco, ha vissuto i grandi cambiamenti che da un decennio a questo parte si sono consumati, tutti a senso unico, in danno del ceto medio e delle fasce più deboli, in seguito alla grande crisi, di cui adesso, proprio in queste ore, non si fa che dire che ormai è stata superata ed è già positivamente avviata la nuova fase.
Intanto nell’attesa di vedere nella realtà non parolaia questa nuova fase, il popolo siciliano continua solo a notare, la profonda verità che sta nelle parole del cardinale Montenegro.
Il quale dice “nella mia terra vorrei che il lavoro fosse solo cambiato: da me il lavoro viene perso. Noi siamo in una realtà in grande difficoltà: non voglio essere pessimista, ma non posso dire altrimenti pensando che un giovane su due non lavora, quando vedo ripartire due o tre volte a settimana i pullman Agrigento-Germania, e penso che c’è chi usa i barconi, chi usa i bus come noi. Stessa situazione. Ma il problema più grande è che da noi i ragazzi non sognano già più il lavoro. Non possono neanche sognarlo. E questo è un dramma”.
Parole di un’amarezza e cruda realtà che non hanno bisogno di commento.
Parole che il nostro don Franco ha rilasciato nell’ intervista pubblicata soltanto l’altro ieri, in data 29/12/2017 su www.vaticaninsider.it che lo ha intervistato in occasione del convegno su “Solidarietà cultura di vita, il linguaggio della solidarietà”, organizzato dalla diocesi di Pistoia nella cattedrale di San Zeno.
Ecco perché , a nostro giudizio, non siamo lontani la suo pensiero se diciamo che per il 2018, sarebbe già tanto se i nostri politici, finalmente, fossero capaci di iniziare a farci sognare.
Perché già il sogno è tanto …. E poste le giuste premesse, come dicono in tanti, studiosi della psicologia di massa, prima o poi, un sogno collettivo incomincia a tradursi in realtà.
. E naturalmente ci vuole tutti l’impegno possibile, ognuno per la sua parte e nel suo ruolo, per passare ad una realtà, in cui il lavoro sia una concreta possibilità per tutti.
E si badi bene, non parliamo di reddito per tutti, ma di lavoro per tutti. Perché solo col lavoro si assicura la dignità di ogni persona.

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